10 Giugno 2018
Anatra o capannone?
Adoro Las Vegas: tutta colpa di mio padre che quando avevo dieci anni mi parlò per la prima volta di due architetti americani che osarono, proprio mentre tutti gli altri decantavano le magnifiche sorti e progressive dell’architettura razionalista, affermare che c’era del buono architettonicamente parlando anche altrove, persino in una città a cui gli architetti dell’epoca guardavano orgogliosamente con disprezzo: Las Vegas.
Si trattava di Robert Venturi e Denise Scott Brow che dalla loro analisi di quell’allucinazione meravigliosa ricavarono Learning from Las Vegas, un libro che, se vi piace quello che scrivo qui, non posso che consigliarvi di leggere. Venturi e Scott Brown furono i primi che invece di disprezzare e basta provarono a capire le ragioni dell’incredibile successo di Las Vegas e in che modo fosse possibile estrapolare elementi interessanti da usare sanche fuori da Las Vegas.
Il libro, che consiglio a tutti di leggere, è pieno di spunti interessanti e uno di cui cui vale la pena parlare è la contrapposizione tra due tipi di architetture che a Las Vegas era più visibile che altro: la differenza tra anatra o capannone decorato.
Sì, anatra o capannone.
Le strutture anatra si chiamano così in onore dall’anatra gigante che costruita negli Anni Trenta del Novecento a Long Island nello stato di New York da un allevatore di anatre per vendere anatre e uova d’anatra. L’idea è semplice: la gente vede un negozio a forma di anatra gigante e sa subito che venderà qualcosa che ha a che fare con le anatre, no?

I capannoni decorati invece erano quelle scatole di scarpe tanto comuni negli Stati Uniti (e pure dalle nostre parti oramai) tutte inesorabilmente uguali che per distinguersi devono dotarsi di un’insegna più o meno grande, più o meno visibile.

Denise e Robert scoprirono che a Las Vegas le strutture erano fondamentalmente di due tipi, o ducks o decorated shed. Lo Stardust (demolito nel 2015 accidenti!) era un decorated shed spinto all’estremo in cui la decorazione della facciata era così grande da diventare essa stessa facciata, mentre un ottimo esempio di edificio duck, e pure relativamente recente è il Venetian, che fin da subito mette in chiaro che all’interno giocheremo alle slot machine, mangeremo bistecche e caesar’s salad ma circondati da un’ambientazione veneziana.

Ovviamente la tipologia non è perfetta, sempre applicabile a qualsiasi contesto, ma si presta a vedere quello che ci circonda con più attenzione e a ragionarci su: proprio lo Stardust, per esempio, è un caso interessante di decorated shed con un’insegna così grande che prende il sopravvento su tutto e diventa facciata, quindi architettura vera e propria, e questo ne fa, in una certa misura, suo un edificio anatra, no?

Gli Stati Uniti sono pieni di strutture di questo tipo anche in contesti lontanissimi da Las Vegas. Prendiamo le cittadine del Far West per esempio: le facciate così caratteristiche che subito ci vengono in mente erano, appunto, facciate dietro cui si nascondevano anonimissime baracche, addirittura tendoni, e l’obiettivo era proprio quello di mascherare la misera temporaneità della struttura imitando come meglio si poteva con assi di legno e chiodi stili e forme in voghe nelle metropoli statunitensi di allora.

E così succede che un elemento distintivo dell’architettura di un certo periodo storico diventa segno distintivo dell’architettura di un certo luogo: la netta contrapposizione tra facciata e edificio, nata dalla necessità di mascherare, per imbarazzo o per ragioni commerciali, l’esistente e dargli una solidità e un’appariscenza che naturalmente non avrebbe avuto, diventa un elemento caratteristico dell’architettura americana.
Il capannone decorato, da necessità a tratto distintivo.
Pubblicato il 10 Giugno 2018
Categoria: Scopri Stati Uniti
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